Figlia di Giovanni Borri, apprezzato restauratore, pittore ed antiquario genovese, Maria Rosa inizia a lavorare giovanissima al fianco di Guido Nicola, offrendogli costante aiuto e supporto. Si ritaglia all’interno del laboratorio una sua competenza specifica nel restauro di opere antiche e moderne su carta, papier peint, pannelli cinesi e giapponesi, disegni, antiche pergamene, tessuti orientali dipinti, stendardi e vessilli.
Nel 1971, il laboratorio di Aramengo, si veste di centinaia di bandiere da lei restaurate per l’Armeria Reale di Torino per accogliere il IV Congresso Internazionale di Vessillologia; nel piccolo paese giungono studiosi da ogni parte del mondo.
L’incredibile abilità delle sue mani e l’estrema precisione le permettono di realizzare interventi di restauro anche molto difficili, di salvare opere su carta o su tessuto ormai prive di consistenza, talvolta date per perse e di sfidare un sottile foglio di carta separandolo in due nel senso dello spessore.
Nel 1978 prova un’immensa emozione nell’intervento svolto sulla S. Sindone, richiestole in vista dell’Ostensione.
Numerose le opere su cui ha messo mano: preziosi documenti, numerosi disegni di antichi maestri e moltissimi lavori di artisti moderni e contemporanei quali Menzio, Casorati, Chessa, Spazapan, Calandri, Colombotto Rosso, Morandi, Fontana, Sutherland, Salvator Dalì.
Oltre il restauro
La manualità e creatività di Maria Rosa hanno preso forma in tanti lavori diversi realizzati negli anni: bravissima nel disegnare e confezionare abiti, nel lavoro all’uncinetto e nel ricamo.
Molto interessante è la sua collezione di mignon di profumi, che conta parecchie centinaia di esemplari. Si dedica assiduamente alla lettura e all’enigmistica.
La spiritualità e la preghiera sono però prime fra tutto l’alimento fondamentale per affrontare la giornata serenamente.