Guido e Mariarosa, 68 anni di vita e di lavoro insieme: sono loro a dare il via all’attività di restauro, nell’immediato dopoguerra.
Si sposano nel 1946, Maria Rosa ha solo 16 anni, Guido 25.
Profondamente innamorata di Guido, Maria Rosa lascia la vita agiata che le consentiva di studiare danza classica e pianoforte e inizia con lui un’appassionante avventura fatta di amore, ma anche di duro lavoro al suo fianco.
Guido, ultimo di sette figli, abbandona Aramengo, il suo paese natale e con i risparmi messi da parte apre a Torino, in Via Napione, un piccolo negozio da barbiere che gli permette di vivere. Il padre di Maria Rosa, Giovanni Borri, apprezzato pittore, restauratore ed antiquario a Torino e a Genova, constatato il vivo interesse di Guido per l’arte, gli dà la possibilità di andare ad imparare a bottega da alcuni bravi restauratori torinesi, Giulio Nicoli Angelo Abossetti, abile pittore e Ettore Patrito, chimico e restauratore, all’avanguardia in quegli anni. Da quest’ultimo Guido assimila l’approccio scientifico verso l’opera d’arte che costituirà un punto essenziale nello sviluppo del suo laboratorio e da cui apprende le tecniche innovative di pulitura. Guido e Mariarosa nel retro bottega del negozio da barbiere lavorano senza sosta, sperimentano, si esercitano su frammenti di vecchi dipinti bombardati dalla guerra e comprati per pochi soldi al Baloon, il mercatino delle pulci di Torino.
La loro abilità e sensibilità vengono presto riconosciute.
Nel 1957 si trasferiscono in Via Santa Giulia in una casa più grande (la famiglia nel frattempo è aumentata, Gian Luigi ha nove anni ed è nata Anna Rosa) un grande salone è adibito a laboratorio, ma i quadri sono ovunque, anche in camera da letto.
In quegli anni arrivano i primi incarichi importanti da parte della Soprintendenza piemontese.
Il lavoro aumenta progressivamente, Guido si dedica al restauro conservativo di tele e tavole e allo strappo e stacco degli affreschi. Arrivano i primi collaboratori.
Maria Rosa si ritaglia una propria specializzazione: il restauro delle opere su carta, pergamena e tessuto. E’ bravissima e il suo delicato lavoro è molto apprezzato; sotto le sue mani passano centinaia di disegni, antichi e moderni, pannelli cinesi, papier peint, vessilli, ricami, tessuti orientali.
Intanto i figli crescono, Gian Luigi inizia come garzone di bottega a lavorare con Guido soprattutto sugli affreschi, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Torino e dal 1967 imbocca quella che diventerà la sua strada: il restauro di reperti archeologici ed egizi.
A lui si affianca Gianna, già allieva di Guido e specializzata nel restauro conservativo dei dipinti su tela, che sposerà nel 1974.
Nel 1967 nasce il laboratorio di Aramengo. Guido “fugge” da Torino ogni volta che può, i solventi usati per le puliture, in casa e senza protezioni adeguate gli avevano causato una brutta intossicazione e il ritorno a lavorare all’aria aperta è vitale.
A metà degli anni settanta i collaboratori sono ormai una quindicina, tutti vivono in famiglia con i Nicola, come in una vecchia bottega rinascimentale condividendo oltre al lavoro di restauro anche le mansioni quotidiane. Una grande scuola di vita, anche per Anna Rosa e per Nicola, suo compagno di liceo che contagia con l’amore per il restauro e che diventerà suo marito nel 1979.
Anna Rosa, affiancata alla mamma impara le tecniche di restauro delle opere su carta, tecniche che nel 1983 perfezionerà a Roma al Centro di Fotoriproduzione e Legatoria. Fin da piccola però dimostra una particolare attrazione per i colori, rimane ore ad osservare il nonno dipingere, sarà il restauro reintegrativo pittorico la sua strada.
Nicola impara da Guido le tecniche di pulitura, da Gian Luigi gli interventi conservativi su pietre, terrecotte e affreschi, e dai vari tecnici, chimici, fisici, radiologi, fotografi - che negli anni settanta-ottanta frequentano assiduamente il laboratorio - acquisisce le capacità pratiche per poter realizzare in laboratorio le analisi strumentali non invasive ai raggi X, UV e IR necessarie per una corretta conduzione dell’intervento di restauro.
Da sempre e per tutti lavoro e vita famigliare si intrecciano, per ognuno dei componenti della famiglia trovare all’interno del laboratorio un proprio spazio di respiro è motivo continuo di crescita, di incontro e di scambio, a vantaggio dell’opera d’arte, sempre esaminata sotto i diversi punti di vista.
Si affiancano alla famiglia validi collaboratori formatisi in tanti anni di lavoro e specializzati ognuno in uno particolare settore.
A far parte dello staff entrano anche i nipoti: dal 2004 Alessandro, primogenito di Gian Luigi e Gianna, architetto, ha all’interno del laboratorio il ruolo di progettista ed opera sia in Italia che all’estero, Marco, il secondogenito, è chimico e con una propria ditta, (Adamantio S.r.l.) dal 2005 esegue analisi per i Beni Culturali, ed infine Eleonora, figlia di Nicola e di Anna Rosa, seguendo le orme dei genitori, ha scelto di sviluppare la sua innata sensibilità e capacità manuale dedicandosi in modo operativo al restauro, sia in laboratorio che in cantieri esterni.
Guido, che ci ha lasciati nel 2015 all’età di 93 anni, e Maria Rosa hanno avuto modo di raccogliere i frutti di quanto sapientemente seminato; hanno avuto la gioia di vedere, oltre ai propri figli, genero e nuora anche i nipoti inserirsi all’interno del laboratorio che avevano creato, non per partito preso, ma per scelta, con la soddisfazione di essere riusciti a trasmettere con il loro DNA l’amore e la passione per questo straordinario lavoro.