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Nuove indagini per Bermejo

A distanza di oltre 30 anni dal nostro restauro, il meraviglioso trittico della Madonna di Montserrat, dipinto da Bartolomeo Bermejo verosimilmente attorno al 1485 e custodito nella Cattedrale di Acqui Terme, è ritornato in laboratorio per una verifica conservativa e una toelettatura, prima della sua partenza per tre grandi mostre che si terranno a Madrid, Museo Nacional del Prado (9 ottobre 2018 / 27 gennaio 2019) a Barcellona, Museu Nacional d’Art de Catalunya (14 febbraio 2019 / 19 maggio 2019) e a Londra The National Gallery (12 giugno 2019 / 29 settembre 2019).
L’intervento, autorizzato dalla Curia Vescovile di Acqui Terme ed eseguito sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le provincia di Asti, Alessandria e Cuneo, ha previsto la pulitura dai depositi di polvere e sporco annidatisi soprattutto tra i fregi della cornice, l’equilibratura di alcuni prosciughi di vernice ed il risarcimento di piccoli danni accidentali di origine traumatica sulle cornici delle ante, nonché la progettazione e realizzazione di una struttura di contenimento a trittico per le fedeli riproduzioni fotografiche 1:1 su alluminio realizzate da Mauro Magliani (www.artchiveonline.org) da collocare provvisoriamente in Cattedrale al posto dell’originale. I costi di tali operazioni sono stati sostenuti dal Museo del Prado.
Il restauro eseguito tra il 1986 e il 1988 aveva segnato una tappa importante per il nostro laboratorio. Nel corso della pulitura era stata riscontrata una pesante ridipintura antica che aveva completamente trasformato la figura del donatore. Grazie ad un innovativo (per quegli anni) apparecchio Vidicon per la Riflettografia in IR, messo a disposizione dal Politecnico di Milano, si poté osservare, con una certa chiarezza, l’immagine dell’originale sottostante. Fu una grande emozione. Dopo lunghe riflessioni, considerata la qualità straordinaria dell’originale, in perfette condizioni, in accordo con la Soprintendenza decise di asportare il rifacimento, eseguito non per risarcire danni, ma per un cambio di gusto. Pochi mesi dopo il laboratorio acquistò, dal Giappone la stessa apparecchiatura per la Riflettografia in IR. (con non pochi sforzi, considerato che all’epoca lo strumento era costato 60 milioni di lire!).
Da allora la tecnologia si è molto evoluta, e anche in laboratorio ovviamente la strumentazione è stata aggiornata. L’occasione di riavere il trittico in laboratorio e il nostro incontenibile desiderio di poter riesaminare l’opera, ci ha spinto quindi a chiedere l’autorizzazione alla Curia, quale proprietaria del Bene , che ringraziamo, di poter eseguire, a nostre spese, nuovi esami riflettografici per poter indagare il disegno preparatorio dell’Artista.
Con molto piacere quindi condividiamo, con studiosi e amanti dell’Arte, la possibilità di osservare alcuni sorprendenti particolari visti a luce normale e all’Infrarosso dai quali emerge un disegno preparatorio straordinario, eseguito a pennello in modo libero e disinvolto e talvolta completato con tratti chiaroscurali, con vari pentimenti, e, a nostro parere, piuttosto omogeneo sui tre pannelli, a differenza della finitura pittorica.

Manualità, tecnologia e scienza in una bottega artigiana del restauro

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