Il trittico di Casorati

Nonostante la giovane età dell’opera in questione, il restauro si rendeva ormai particolarmente urgente poiché all’interno del supporto ligneo dello scomparto centrale, raffigurante S. Antonio col Bambino, i tarli erano vivi e attivi.
Ai piedi di questo dipinto, sull’altare marmoreo, erano infatti depositati numerosi mucchietti di rosura di legno. Tutta la superficie dipinta era fittamente cosparsa di fori di sfarfallamento del tarlo e le numerose gallerie scavate internamente dagli insetti avevano dato luogo a cedimenti con deformazioni e rotture multiple evidenti soprattutto in corrispondenza della mano di S. Antonio. Costituiti da un triplo strato di compensato, piuttosto scadente incollato ad un telaio irrigidito da quattro traverse orizzontali, i supporti erano gravemente erosi nella parte più interna e quindi la “pelle” superficiale dipinta, soprattutto nella tavola centrale, cedeva verso l’interno. eseguita la disinfestazione e velinata la superficie, i dipinti sono stati posizionati capovolti su un tavolo aspirante fino ad asciugatura, al fine di riportare i lembi delle rotture ceduti verso l’interno nella posizione corretta. Si è quindi proceduto alla sgorbiatura del telaio e alla progressiva delaminazione dei due fogli più esterni del compensato. L’operazione, delicatissima, ha richiesto tempi lunghi ed estrema attenzione. Stuccate le gallerie scavate dagli insetti e ripristinata la planarità, la tavola è stata supportata con un foglio di compensato marino previa interposizione di una telina applicata al fine di garantire la reversibilità del duplaggio. E’ stato infine ricostruito il telaio di rinforzo seguendo la foggia dei telai presenti sugli altri due scomparti, in modo tale da restituire, anche sul retro unità all’opera. L’intervento è quindi proseguito come di prassi, con la pulitura, la stuccatura e reintegrazione dei numerosi fori di sfarfallamento